FINE DEL SOGNO. Era la sfida delle stelle, il “derby del mondo” visto che si affrontavano due delle squadre più titolate al mondo. L’atmosfera era delle grandi occasioni, il Camp Nou esaurito, la sfida caricata al punto giusto, con le polemiche sul campo di San Siro a far da contorno.
Il sogno rossonero è pero durato solo 41 minuti, tanto ci ha messo il Barça a portarsi sul 2 a 1. I primi 15 minuti sono stati di targa blaugrana. Messi va subito vicinissimo al gol dopo uno scambio con Cuenta dentro l’area di rigore. Gli uomini di Allegri non appaion entrati subito in partita e al 11’ Mexes la fa grossa: si fa rubare palla da Messi da ultimo uomo, nel contropiede l’argentino è altruista e serve l’accorrente Xavi, in un recupero disperato Antonini ruba il pallone ma serve di nuovo Messi davanti ad Abbiati, sullo slancio è lo stesso Antonini a travolgere l’argentino, Björn Kuipers non può far altro che dare rigore e ammonire Antonini. Abbiati intuisce l’angolo ma non può di più il Barcellona al 11’ è già in vantaggio. Il cuore rossonero però regge e senza perdersi troppo d’animo il Milan comincia a giocare. Il gol catalano ha forse scrollato qualche paura di dosso dai milanisti. Al 32’ è Nocerino servito da una bella palla di Ibra a trovare il gol del pareggio. Sicuramente il gol più importante della carriera per l’acquisto low cost di Galliani, capace, contro ogni pronostico, di segnare ben 10 gol in stagione. E’ un Milan diverso, quello dopo il gol del pareggio ma al 41’ il fattaccio: calcio d’angolo, Busquets, Nesta a Puyol cadono in area di rigore, l’arbitro fischia rigore e giallo per il difensore milanista. Il rigore è molto dubbio, la polemica è aperta. Ai microfoni di Sky Allegri è molto chiaro: “Era un momento dove loro stavano facendo poco, dispiace perché ci sono stati due rigori uno l’abbiamo regalato noi e uno quasi regalato dall’arbitro”. Anche Ibrahimovic è dello stesso avviso, e lancia una provocazione destinata a far parlare: “Capisco perché Mourinho s’inc… quando viene qua”. Non è dello stesso avviso Guardiola il quale lapidario ha dichiarato: “E’ rigore. Quando si tiene la maglia in area si fischia”.
Messi non sbaglia, spiazza Abbiati e fa 2 a 1. La partita è virtualmente chiusa. La rabbia tra per un gol subito così è molta, nel secondo tempo il Milan non trova la reazione avuta dopo il primo svantaggio. Al 56’ arriva il terzo: tiro di Messi rimpallato, la palla cade sul sinistro di Iniesta, lo spagnolo la sposta sul destro e la piazza sul secondo palo, come se il Barcellona, già fortissimo, avesse anche bisogno della fortuna. Con l’orgoglio il Milan prova a riaprirla, Ibra è pronto a fare a sportellate in area ma non può di più. Sicuramente va molto più vicino il Barcellona al quarto gol che il Milan al pareggio. Clamorose le occasioni per Alcantara e Adriano che da soli davanti ad Abbiati calciano fuori. A far aumentare la frustrazione milanista c’è l’ennesimo infortunio di Pato. Il brasiliano era appena rientrato dopo essere andato in America per farsi curare, ma è bastato un mancato controllo e la solita fitta alla solita coscia.
Bisognerebbe parlare anche del Barcellona, ma farlo diventa quasi banale: 5 semifinali negli ultimi 5 anni, la quarta per Guardiola. Una partita affrontata senza troppe paure, con il lusso di lasciare in panchina Sanchez, facendo giocare l’ennesimo gioiello della cantera, Cuenca. Uno stile di calcio troppo diverso, troppo più forte, poi quando in campo c’è Messi tutto diventa più facile. E’ uno dei difensori più forti della storia del calcio a darne una dimostrazione in più: “Messi è il 70% della squadra, gli altri fanno tika taka, poi lui accellera. Il problema è che accellera 70 volte a partita”. Adesso ci sarà una tra Chelsea e Benfica, con gli inglese favoriti, a cercare di sbarrare la strada alla corazzata di Guardiola.
ALLEGRI A SKY.“Abbiamo fatto discretamente bene nel primo tempo. Poi fino alla fine ci abbiamo provato a riaprire la partita, non ci siamo riusciti ma usciamo a testa alta. Le sensazioni erano che dopo l’1 a 1 avessimo le possibilità di passare, loro avevano un po’ di pressione addosso, poi è normale dopo il 3 a 1 gli è stato più facile, si sono sbloccati psicologicamente”.
GUARDIOLA A SKY.“Abbiamo deciso di giocare con tre dietro perché volevo che creare occasioni da gol, rischiando anche di prendere qualche contropiede. Siamo felicissimi, abbiamo avuto grandissime occasioni davanti ad Abbiati. Nel secondo tempo siamo tornati a quattro in difesa e abbiamo tenuto più controllo della partita”
NEL TEMPIO DELLA FINALE. All’Allianz Arena andava in scena l’altra semifinale, quella tra Bayern Monaco e Marsiglia. Sfida decisamente meno affascinante di Milan - Barça, anche se in campo c’erano comunque 5 Champions League vinte. Il discorso qualificazione era già chiuso dopo l’andata, non a caso i tedeschi sono scesi in campo senza Robben e Gomez. Olic al 13’ porta già in vantaggio i tedeschi, stupenda l’azione personale di Ribery che serve al compagno l’occasione per il più facile dei gol a porta vuota. Il Marsiglia, che aveva giustiziato l’Inter negli ottavi, non può nulla, anzi è il portiere Mandanda a evitare la debacle con interventi decisivi. Al 37’ è Olic a siglare il gol fotocopia del primo. Il cross stavolta arriva dal piede di Alaba e il croato deve solo spingere il pallone in porta. Il 2 a 0 chiude una partita in realtà mai aperta. Per gli statisti la partita poteva risultare più interessante nel caso in cui avesse giocato Mario Gomez, che è l’unico che poteva insidiare Messi sul tetto dei marcatori della Champions. Il tedesco ha invece gioca solo una ventina di minuti.
Ad attendere i tedeschi ci sarà quasi sicuramente il Real di Mourinho. Gli spagnoli sono attesi dal ritorno con l’Apoel Nicosia, partita che di certo non preoccupa i madrileni già in vantaggio di tre reti.